A volte è davvero difficile collocare bene una definizione, circoscriverla, comprendere a fondo il suo intrinseco significato, le sue sfaccettature o le sue reali analogie. Anche se ciò sembra facile non è detto che lo sia. "Facile" è parente di "superficiale". Non si parla di semplificare la vita, perchè in quell'ambito a volte è invece opportuno semplificare, o meglio, "irrazionalizzare" ma qui non si tratta di terapia emozionale, si tratta di collocare bene una definizione o di fare luce sui vari risvolti che questa può rappresentare.
Voglio prendere in analisi la parola "Bene" perchè ritengo sia importante fare chiarezza su quanto essa può concernere. Apparentemente semplice, è invece complessa e profonda. Da considerare sopratutto la manipolazione ideologico culturale che fa da facciata al vero senso del termine.
Un Concetto: mille definizioni
Rieccoci alle prese con la solita matassa da sbrogliare.
La confusione che può nascere attorno a questo termine è tanta. C'è da dire che la definizione di un termine non è una definizione vera e propria quanto un'interpretazione nata su certi presupposti e che circoscrive il metodo con cui il cervello processa tale concetto. Se cercherete sul vocabolario la parola bene troverete una descrizione tecnica e priva di un contenuto profondo relativo al vero senso del termine e non è nemmeno detto che voglia farvelo sapere. In realtà le definizioni stesse che possiamo trovare anche su Wikipedia sono comunque stilate seguendo una metodica standard che deve essere, completa nei dettagli, ma allo stesso tempo anche asciutta, fredda e razionale. Un vocabolario non può coinvolgerci come un romanzo o una rappresentazione teatrale in cui entrano in gioco fattori che vanno al di là dell'ambito razionale o pragmatico.
Proprio sulla parola "Bene" possiamo trovare mille definizioni, definizioni che ognuno assegna in base alla propria concezione di ciò che il termine può rappresentare, stesso discorso vale anche per la parola "Amore" come per altri temini che possiamo definire "profondi".
La confusione che può nascere attorno a questo termine è tanta. C'è da dire che la definizione di un termine non è una definizione vera e propria quanto un'interpretazione nata su certi presupposti e che circoscrive il metodo con cui il cervello processa tale concetto. Se cercherete sul vocabolario la parola bene troverete una descrizione tecnica e priva di un contenuto profondo relativo al vero senso del termine e non è nemmeno detto che voglia farvelo sapere. In realtà le definizioni stesse che possiamo trovare anche su Wikipedia sono comunque stilate seguendo una metodica standard che deve essere, completa nei dettagli, ma allo stesso tempo anche asciutta, fredda e razionale. Un vocabolario non può coinvolgerci come un romanzo o una rappresentazione teatrale in cui entrano in gioco fattori che vanno al di là dell'ambito razionale o pragmatico.
Proprio sulla parola "Bene" possiamo trovare mille definizioni, definizioni che ognuno assegna in base alla propria concezione di ciò che il termine può rappresentare, stesso discorso vale anche per la parola "Amore" come per altri temini che possiamo definire "profondi".
Cos'è il Bene?
L'idea comune che ruota attorno a questo termine andrebbe, a mio avviso, del tutto rivisitata perchè la piega che questo concetto sta prendendo nelle menti è troppo spesso avulsa dalla realtà e mi riferisoc sopratutto a quest'onda "new age" che abbraccia sopratutto le menti più ingenue e impreparate.
Potrei dire che il bene non esiste o che si tratta di un concetto che va al di là delle sue tipiche correlazioni. In realtà sostenere che esiste il bene sarebbe come sostenere che esiste la perfezione o il bianco assoluto e tutti sappiamo che queste cose non esistono se non in qualità di punti di riferimento del tutto astratti. Nel caso della parola "bene" è proprio errata la sua collocazione, perchè in realtà "bene" e "male" sono aspetti dello stesso "bene superiore". Il bene come è inteso qui è incompleto, avulso, impreciso e confuso.
Se guardiamo la cosa da una prospettiva che tenga conto delle potenzialità animiche e dell'androginia universale che riunisce tutti gli aspetti terreni, della dualità, possiamo senza dubbio affermare che il termine "bene" indica una storpiatura, una trappola mentale che ci obbliga a restare agganciati ad una concezione dualistica e piuttosto squilibrata.
Se guardiamo la cosa da una prospettiva che tenga conto delle potenzialità animiche e dell'androginia universale che riunisce tutti gli aspetti terreni, della dualità, possiamo senza dubbio affermare che il termine "bene" indica una storpiatura, una trappola mentale che ci obbliga a restare agganciati ad una concezione dualistica e piuttosto squilibrata.
Non voglio certo dire che dobbiamo comportaci male, anzi è proprio il contrario; ma siamo certi che il "male" sia soltanto da considerarsi come il lato erroneo della vita e il bene quello giusto? E' davvero questo l'ambito in cui collocare la parola "Giustizia"?.
In realtà sia il bene che il male lavorano per lo stesso "Padrone", questo padrone è la Coscienza Superiore che ci guida attraverso le esperienze riparatrici, riequilibranti. Sempre più verso il nostro centro e ci mette di fronte ad un senso di responsabilità equo e per certi versi anche spietato, così agisce la Giustizia sottile che alberga nella nostra parte più interna. Una giustizia che non si attiene alle nostre concezioni, che non fa del "bene". Una Giustizia che fa semplicemente quanto va fatto. Che sia un abbraccio o una ferita, fa quello che più ci serve.
La nostra anima ha molta più compassione di quanto possa mai averne un umano, proprio perchè ella agisce in virtù di principi talmente perfetti che per la mente umana risultano quasi del tutto incomprensibili, come per il male. Il male non è meno utile del bene e viceversa.
Certe dinamiche che il "Grande Vecchio" che abita nelle profondità del nostro essere, manderebbero in crisi qualunque cervello non solo per l'inaudita complessità e pefezione con cui quest'Anima Superiore gestisce quell'apparente caos, ma anche nella, spesso dolorosa, risoluzione degli aspetti karmico-familiari che rispecchiano poi anche il rapporto con tutti gli altri e quindi sopratutto con noi stessi... col mondo, con l'universo in cui siamo stati "emanati". Egli vuole solo che cresciamo e ci ripaga sempre con la nostra stessa moneta, ma attenzione, si tratta soltanto di esperienza, non di qualcosa di meritato o immeritato, occorre abbandonare certe concezioni e aprirsi all'idea che più apriamo la nostra mente e il nostro cuore, prima ci libereremo da certi aspetti "punitivi" che il destino ci può riservare.
Anche se fosse vero che gli aspetti "arcontici" stiano prendendo il sopravvento, questo testimonia comunque una mal gestione delle singole anime nel "gioco". Intendo dire che ognuno è responsabile di se stesso e finchè non smetteremo di ciucciare la tettarella dell'opinione comune, dei concetti standard, non cresceremo mai, perchè in realtà si tratta di latte scaduto, acido, un latte che non può più farci crescere... semmai decrescere.
E' il momento di responsabilizzarsi
La mia smodata fiducia delle risorse dell'Anima Superiore, della Coscienza Superiore, che guida tutti i mondi interni ed "esterni" non mi toglie le ansie della vita, quelle devo risolverle da me, ma mi dà un conforto quasi impalpabile dentro di me, il sapere già chi vincerà questa antichissima battaglia. Sono pienamente cosciente che gli "arconti" sono aspetti passeggeri, transitori o dovrei dire mortali, dell'Io.
La Coscienza Superiore, quella parte di noi che non cambia mai, che già conosce tutto e che orgnaizza le dimensioni, che è "lontana" da qui ma che può comunque manifestarsi nell'uomo proprio quando l'anima cede il passo al suo cospetto; quando si lascia guidare dalla "voce buona" che ognuno porta dentro e che troppo spesso è zittita da un inarrestabile chiasso di contorno.
In realtà sia il bene che il male lavorano per lo stesso "Padrone", questo padrone è la Coscienza Superiore che ci guida attraverso le esperienze riparatrici, riequilibranti. Sempre più verso il nostro centro e ci mette di fronte ad un senso di responsabilità equo e per certi versi anche spietato, così agisce la Giustizia sottile che alberga nella nostra parte più interna. Una giustizia che non si attiene alle nostre concezioni, che non fa del "bene". Una Giustizia che fa semplicemente quanto va fatto. Che sia un abbraccio o una ferita, fa quello che più ci serve.
La nostra anima ha molta più compassione di quanto possa mai averne un umano, proprio perchè ella agisce in virtù di principi talmente perfetti che per la mente umana risultano quasi del tutto incomprensibili, come per il male. Il male non è meno utile del bene e viceversa.
Certe dinamiche che il "Grande Vecchio" che abita nelle profondità del nostro essere, manderebbero in crisi qualunque cervello non solo per l'inaudita complessità e pefezione con cui quest'Anima Superiore gestisce quell'apparente caos, ma anche nella, spesso dolorosa, risoluzione degli aspetti karmico-familiari che rispecchiano poi anche il rapporto con tutti gli altri e quindi sopratutto con noi stessi... col mondo, con l'universo in cui siamo stati "emanati". Egli vuole solo che cresciamo e ci ripaga sempre con la nostra stessa moneta, ma attenzione, si tratta soltanto di esperienza, non di qualcosa di meritato o immeritato, occorre abbandonare certe concezioni e aprirsi all'idea che più apriamo la nostra mente e il nostro cuore, prima ci libereremo da certi aspetti "punitivi" che il destino ci può riservare.
Anche se fosse vero che gli aspetti "arcontici" stiano prendendo il sopravvento, questo testimonia comunque una mal gestione delle singole anime nel "gioco". Intendo dire che ognuno è responsabile di se stesso e finchè non smetteremo di ciucciare la tettarella dell'opinione comune, dei concetti standard, non cresceremo mai, perchè in realtà si tratta di latte scaduto, acido, un latte che non può più farci crescere... semmai decrescere.
E' il momento di responsabilizzarsi
La mia smodata fiducia delle risorse dell'Anima Superiore, della Coscienza Superiore, che guida tutti i mondi interni ed "esterni" non mi toglie le ansie della vita, quelle devo risolverle da me, ma mi dà un conforto quasi impalpabile dentro di me, il sapere già chi vincerà questa antichissima battaglia. Sono pienamente cosciente che gli "arconti" sono aspetti passeggeri, transitori o dovrei dire mortali, dell'Io.
La Coscienza Superiore, quella parte di noi che non cambia mai, che già conosce tutto e che orgnaizza le dimensioni, che è "lontana" da qui ma che può comunque manifestarsi nell'uomo proprio quando l'anima cede il passo al suo cospetto; quando si lascia guidare dalla "voce buona" che ognuno porta dentro e che troppo spesso è zittita da un inarrestabile chiasso di contorno.
Gli arconti sono professionisti del lamento, del rumore, sono disturbatori nati, vampiri d'attenzione. Farebbero di tutto pur di farsi sentire, pur di rompere l'equilibrio, per allontanarci quanto più gli è possibile dalla nostra Coscienza Superiore sfruttando sopratutto le dipendenze. Un'opposizione negativa che in quest'ambito fà da contrappeso, con una forte tendenza ad osteggiare la crescita spirituale proprio come fà un bambino prima di arrendersi all'idea che anch'egli deve imparare a dire grazie o a smettere di mangiare con la bocca aperta. L'EGO è infatti il termine che oggi rappresenta il sopravvento dell'io inferiore rispetto all'Io Superiore, anche se ciò permette una dinamica comportamentale che crea la cosiddetta "esperienza", è anche vero che ognuno può impegnarsi per favorire questo processo alchemico, che rimane comunque inevitabile e che sarà doloroso tanto quanto sarà osteggiato dal nostro EGO. Tanto vale assumersi le proprie responsabilità, questo sì che potrebbe davvero migliorare la vita di tutti, ma responsabilità per l'anima vuol dire anche compassione. La compassione è l'attributo più osteggiato in assoluto da questi "arconti". Sarebbe bene pertanto cercare di reagire a questa resistenza inconscio-psichica e iniziare ad aprire gli occhi. E' giunto il momento di prendere le redini delle nostre vite... del nostro mondo.
G. Sortino
G. Sortino
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