Si può
comprendere a fondo soltanto ciò che si riesce a "vedere"; tutto ciò che
non si "vede" si può solo presumere. Meno si vede, più si diventa
arroganti o presuntuosi; si può incappare in una forma di materialismo culturale.
La vera consapevolezza non è una questione di nozioni, ma del riuscire a
vedere ciò che solo l'esperienza profonda, legata a dei particolari
vissuti può "mostrarci".
Un determinato tipo di conoscenza è anche una conseguenza relativa a ciò che la nostra anima ha compiuto.
I vissuti sono scelte dell'anima e hanno la funzione di "mostrare" anche quegli aspetti "invisibili" legati alla conoscenza dell'oltre... del vero.
Un determinato tipo di conoscenza è anche una conseguenza relativa a ciò che la nostra anima ha compiuto.
I vissuti sono scelte dell'anima e hanno la funzione di "mostrare" anche quegli aspetti "invisibili" legati alla conoscenza dell'oltre... del vero.
La realtà è una maschera, uno schermo, una parodia del vero.
Esperienze di un certo tipo che volgono al potenziamento delle capacità
medianiche e di veggenza, a dispetto di una morte "recitata".
La veggenza... ecco il nocciolo del nostro viaggio.
La veggenza... ecco il nocciolo del nostro viaggio.
E' inutile sbattersi cercando di imparare dai libri ciò che possiamo
imparare solo attraverso una "sostanziale" collisione con questi
aspetti, attraverso costrizioni dell'anima o grazie ad un corretto
impegno, e questo può avvenire soltanto quando si superano certi
principi legati ai concetti razionali o a visioni "ostentate" o
dogmatiche.
La ricerca deve essere più che altro una "messa a
fuoco" di quello che è l'ordine invisibile dietro quella ingannevole
soglia detta realtà. Una sorta di autogestione ad ampio spettro.
La visione che si può raggiungere è multidimensionale e persino paradossale, dal momento che, a partire dalla congiunzione degli emisferi del cervello fino ad una capacità d'uso relativa alla ghiandola pineale, e all'ausilio del cuore che è l'Io, che attraverso la memoria emozionale ci indirizza verso determinati ambiti, questo comporta la costruzione di una visione anche ampia, e che comprende più dimensioni, più pensieri, più "sostanze" di un unico simbolo visivo, di un universo sempre più unificato seppur complesso ma allo stesso tempo sintetizzato; cristallizzato o tesorizzato.
La visione che si può raggiungere è multidimensionale e persino paradossale, dal momento che, a partire dalla congiunzione degli emisferi del cervello fino ad una capacità d'uso relativa alla ghiandola pineale, e all'ausilio del cuore che è l'Io, che attraverso la memoria emozionale ci indirizza verso determinati ambiti, questo comporta la costruzione di una visione anche ampia, e che comprende più dimensioni, più pensieri, più "sostanze" di un unico simbolo visivo, di un universo sempre più unificato seppur complesso ma allo stesso tempo sintetizzato; cristallizzato o tesorizzato.
Chi vede molti di questi aspetti
finisce per vederli con-tempo-raneamente, dal momento che non c'è tempo
né spazio nell'ambito dimensionale relativo alla veggenza.
La
veggenza può mostrare proprio ciò che l'occhio umano considera
invisibile o che insegue ciecamente, finendo per confondersi o non
ottenere nulla di veramente "sostanziale".
Quando uso il termine "sostanza" ovviamente non mi riferisco ad una sostanza fisica, ma ad una sostanza vibrazionale, al contenuto, all'essenza stessa delle cose. Ciò che realmente l'Anima o Dio, possono Essere; se apriamo quell'occhio che tutto vede, se apriamo la grande, stretta porta.
Quando uso il termine "sostanza" ovviamente non mi riferisco ad una sostanza fisica, ma ad una sostanza vibrazionale, al contenuto, all'essenza stessa delle cose. Ciò che realmente l'Anima o Dio, possono Essere; se apriamo quell'occhio che tutto vede, se apriamo la grande, stretta porta.
Gabriele Sortino
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