Chi sa ascoltare possiede un'arma, quest'arma
può essere usata in più modi. C'è anche chi ascolta per manipolare, o
"per non pagare il dazio" o soltanto per ottenere qualcosa. Poi c'è chi ascolta per il piacere di farlo, al di là dei
concetti o del chi ha ragione e chi no. Decisamente la tipologia
migliore, seppur l'essere migliori o meno è solo conforme all'uso e
consumo che l'anima farà di quello specifico contesto esistenziale e non
determina un valore etico in particolare per via del fatto che la
"giustizia" animica non è sempre decifrabile e non deve necessariamente
corrispondere ad un modello preciso, almeno, non facilmente associabile.
Tuttavia l'empatia definisce comunque un significativo avanzamento
animico.

Chi sa ascoltare senza secondi fini è come una perla rara, e lo è ancora di più se sa ascoltare la parte più profonda di sè, visto che occorre la più totale e interiore delle empatie per giungere al Logos in un quadro più elevato dell'essere.
In definitiva, chi sa ascoltare in maniera autentica e disinteressata ha scoperto che spendere una parte del proprio tempo e delle proprie risorse emozionali, discostandosi dai propri bisogni, a volte, può lenire il dolore proprio ancora di più che quello altrui, seppur possa sembrare paradossale, perchè l'empatia è sempre la migliore delle medicine, in ogni senso e ci allena a domare l'ego.
E' fondamentale e importante ascoltarsi e ascoltare.
Chi ascolta col cuore ancor più che con la mente, regala molta più gioia e rigenerazione positiva a se stesso e a chi gli sta intorno. L'empatia migliore sguinzaglia le lacrime più benefiche e i sorrisi più profondi e guaritori... quelli veri.
Solo chi sa ascoltare può arrivare a scorgere le gioie più profonde della vita.
Gabriele Sortino
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