lunedì 2 settembre 2013

DIO L'INNOMINABILE

Dio è in realtà indefinibile e innominabile se non in senso speculativo rispetto alla propria concezione di ciò che può rappresentare, perchè rappresenta tutto il definito e tutto l'indefinito messi assieme. A mio avviso non può esistere un'unica fonte senza coscienza e viceversa e pertanto attribuisco a Dio una forma onnisenziente e quindi per molti versi autonoma, direi che se le anime sono i neuroni allora Dio è il cervello, ma sarebbe comunque tutte le cose anche quelle non definite o non messe in ballo; e' l'uno o cerchio che potrebbe anche essere rappresentato da tutti i e 12 i segni zodiacali messi insieme, ma questo limiterebbe la visione all'interno del circuito astrale e non certo ad un tutto in senso multidimensionale che comprenda ogni paradigma e ogni paradosso, pertanto non processabile dal cervello umano in quanto parte di uno specifico universo o singola dimensione.

Pertanto è possibile che gli stadi della coscienza non si fermino al livello dell'uomo o dell'anima anche se le soluzioni vanno cercate qui, all'interno del corpo, veicolo dell'anima in crescita alla guida degli elementi.  Ovviamente non credo che Dio possa essere rappresentato con forma umana e non mi dico cristiano né buddista, malgrado trovi interessanti molte simbologie in entrambe le chiavi di lettura.

Ho scelto di sviluppare la mia personale concezione si, ma sempre tenendo conto di testi e conoscenze profuse nella storia e di tutto ciò che l'uomo ha catalogato come scienza spirituale compresa quella contaminata o del tutto concepita per fuorviare e manipolare le masse, tutto questo al fine di sviluppare una propria visione grazie al confronto con queste conoscenze, estrapolandone il senso ovviamente senza cadere nelle mile trappole di una religione manipolata.

Non serve certo religione per accorgersi di essere parte di un tutto, di essere quel tutto, e di avere con sè tutti i poteri e le armi della coscienza e che vengono rappresentati da una figura onnipresente e onniscente definita "Dio" in forma senziente e che parrebbe interagire o rappresentarsi all'anima istruendola a sua volta o facendo da traguardo o punto di riferimento nel cammino animico; in questo gioco interagisce l'uomo attraverso le sue scelte che possono derivare soltanto dall'esprienza dell'anima rispetto a tutte le vite precedenti e ad una giustizia di tipo multiversale. Detto questo chi può dissentire sul fatto che esiste un solo "Dio" e che questo non possa essere definito senza essere in un certo senso mutilato, per via del fatto che egli è semplicemente tutte le definizioni, tutta la conoscenza, giusta ed errata, l'esistente e l'inesistente, ciò che siamo e ciò che non siamo, tutto quanto. Personalmente quando prego indirizzo le mie energie spirituali verso il mio centro, ponendo piena fiducia nello Spirito intelligente che abita l'interno e che si attiva proprio per scelta, per orientamento vibrazionale se così si può dire; verso la parte più saggia e silenziosa, il cuore. 

Verso quello spirito intelligente che si manifesta attraverso un tipo di fede "ermetica" e non certo cieca o dogmatica, una fede sana è visione e non certo credenza, il credere scaturito dalla consapevolezza e di diversa natura rispetto al credere senza essere pienamente coscienti di ciò in cui si sta credendo, quel che si dice "la via larga". Questa forza onnipotente che guarisce senza che l'uomo metta nemmeno bocca, ma trasforma tutto il piombo in oro, veicolando verso la risoluzione e la raffinazione rispetto all'interazione dell'anima e la sua dimensione in quanto "corpus" con il solo ausilio della connessione o visione costante di questa sottile coscienza che qualcuno ha definito "Logos", approssimativamente direi che il logos rappresenta la fonte di ogni sacra ispirazione e che può fornire le armi per costruire una coscienza permanente e che si possa consolidare nella "luce" perpetua (vedi Carbonio 7). 

La conoscenza porta all'essenza, è questo il succo... essere. E' così che visualizzando in sè una coscienza superiore capace di veicolare l'uomo/miscela verso la trasformazione della realtà, o meglio ancora, di se stesso, attraverso sua radice spirituale "prenatale", manifestata in forma del tutto soggettiva, essa apparirà con tutto il suo potere. 

La crescita sta nel raggiungimento di tale potere attraverso l'acquisizione del senso di responsabilità in senso universale, partendo dalla compassione, ovvero, dal riconoscimento universale del diritto all'esistenza e alla libertà di ogni essere vivente. Da lì in poi verso l'essenza più profonda, rappresentata dalla crescita dell'anima attraverso la contemplazione del Logos in tutte le sue forme rappresentative; in quei molteplici segni che testimoniano un'intelligenza invisibile in ogni cosa e che ci orienta verso la trasmutazione del "corpus".

 
Gabriele Sortino



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