giovedì 26 dicembre 2013

IL GRANDE SPECCHIO


L'universo è lo specchio dell'uomo. L'uomo è l'universo e pertanto è anche spazio vuoto e materia morta, seppur tutto ciò sia mantenuto in vita grazie all'ausilio della coscienza.
Se osserviamo il tutto dal punto di vista della coscienza superiore, dell'osservatore più interno, direi che l'universo non è mai esistito, se non sotto forma di scenario virtuale; ed è proprio qui che sta l'inganno. 



Cosa vediamo quando guardiamo lo spazio, i pianeti e le stelle; materia o immagini?  

L'uomo crede a ciò che vede ma non a ciò che "sente" dentro di sè, talmente assuefatto dalla realtà da rinunciare all'invisibile essenza che muove tutto e che crea le immagini e quindi la materia.
E' assurdo vedere così tanti scienziati esplorare affannosamente l'universo alla ricerca di misteri che dovrebbero invece cercare dentro loro stessi e scrutare tutte queste immagini per rispecchiarsi in esse, come in una parodia dell'incarnazione; in quanto questa energia invisibile immersa nella materia è in realtà tutto ciò che esiste e che la alimenta. 


Il corpo è materia o immagine?

 
 Il corpo è materia, ma la materia non esiste se non nella nostra mente, basti pensare a come funziona la vista e i sensi. Il problema è che l'uomo crede ai suoi occhi, ma i suoi occhi sono l'emanazione "appesantita" di quello che è l'esistente, della pura visione di ciò che esiste veramente, ovvero la coscienza, l'anima. Associerei ironicamente l'uomo allo stercoraro, un minuscolo animale che trascina con sè quello di cui, forse, dovrebbe liberarsi, appesantendo il suo cammino e mantenendo a sè tutta la zavorra.
L'uomo tende a cercare all'esterno ciò che dovrebbe invece ricercare dentro di sè, invertendo il lavoro e allontanandosi sempre di più dalla verità.
Lo spazio è freddo, gelido, ma al suo interno ci sono stelle calde, ma sopratutto c'è un'energia invisibile che mantiene tutto vivo e in continuo movimento, all'interno della dinamica del tempo e dello spazio, in una sorta di maxi proiezione dell'intero impero delle anime con tanto di armature e falsi poteri.
Ma l'uomo vede soltanto ciò che è proiettato dal suo cervello che è un'approssimativa ricostruzione di quello che la realtà potrebbe essere, persino la quantistica ha dimostrato ciò. Ma basti pensare al tempo e allo spazio come un meccanismo provvisorio di cui l'anima si serve per liberarsi da tutte le scorie che potremmo metaforicamente associare a tutta la materia pesante e priva di vita, di tutta la zavorra che l'anima sostiene e si serve in questo paradigma; energia "morta" di cui l'universo è strapieno.
Non ci sono distanze per la coscienza, è il cervello a creare la distanza, e questo principio, che l'uomo crede universale, è solo il resoconto delle possibilità che l'anima ha, rispetto all'elemento Carbonio 12 e all'idrogeno di cui l'universo è pieno. L'elemento carbonio 12 ha la caratteristica di collassare e solidificarsi ad una velocità inaudita, e solo la potente vibrazione dell'amore inteso come agape, come amor divino, superiore e profondo, o dovrei dire dell'essere stesso, può rendere questa materia meno densa e trasformarla in qualcosa di meno solido e rilasciare tutto il morente; estraendo se stessa, da tutto questo enorme peso. Ma come può riuscirci se la coscienza rimane ancora incantata dinnanzi a questa falsa luce, a queste immagini, attribuendogli la caratteristica di unico mondo possibile.
Restare coi piedi per terra è anche utile ma, in un certo senso, è come staccarsi dall'anima per raggiungere i bassifondi in cui essa è precipitata già da molto tempo, rafforzando la prensilità della sua divina scintilla rispetto a tutto questo piombo. Tutto è comunque emanazione dell'anima, e dovremmo accettare l'idea che tutto questo è destinato a trasformarsi e l'anima dovrà trasmutare verso nuovi elementi.

Gabriele Sortino

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