martedì 5 agosto 2014

TONICI E SENSIBILI





Credo si possa distinguere tra due forme di antiatonìa della pietà, un po' come la intendeva Nietzsche rispetto a certe forme di cristianesimo, mi riferisco al cristianesimo contorto delle istituzioni e al conseguente sterminio psicolgico ed energetico, voluto. Queste due forme sono quella sana (consapevole)  e quella insana (immatura).
Quello che voglio dire è che quando l'uomo è spinto da una forma di sensibilità sana, ciò non lo blocca su livelli di atonia e quindi di pietismo patologico, con conseguente perdita della forza di reazione tonica di cui tutti dispongono. Unendo la sensibilità alla stessa energia che mantiene le razze animali forti e resistenti, in quella che è una forma naturale di antipietismo, si può ottenere un equilibrio.

Il pietoso non reagisce e non spinge alla reazione, a differenza del non troppo sensibile, allegro e amichevole, che con un sorriso o una pacca sulla spalla al momento giusto riesce tuttavia a stimolare positivamente chi sta peggio.
L'autoreazione tonica a certi status che ci vedono giù col morale o demotivati etc. Ma anche in questi casi, a volte, potrebbe essere necessario un silenzio o una comprensione paziente e delicata.
Il problema in realtà nasce quando un elemento sfrutta determinate risorse in maniera unilaterale e non lascia spazio ad una sensibilità e una dolcezza che sono fondamentali in certe situazioni. Persino i leoni una volta vinta la fame o la selvatica paura possono essere capaci di grandi forme di sensibilità, compassione e affetto.
Certa gente tende ad opporsi energeticamente a qualunque forma di pietismo sforando nell'abiettezza psicologica o fisica o ancor peggio nel gelido nichilismo. 
 
Diciamo che una risorsa energetica come quella dell'antipietismo può andare in conflitto con quella forma necessaria e ben locata di compassione. La compassione completa il cerchio che racchiude sia l'antiatonìa, la positività (spietata) che la compassione che è simile al pietismo con la differenza di essere sana e non certo negativa o atonica. Il pietismo non aggiusta mai nulla, la compassione quando è unita alla tonicità invece, può aggiustare tutto.
In questo equilibrio perennemente oscillante in cui l'uomo si incammina o dovrei dire, barcolla tra le due forme negative e le due forme positive.

Antipietismo unilaterale. Positività spietata = Negativo

Antipietismo equilibrato tra reazione energica e compassione = Positivo

Il risultato di una mente pienamente cosciente ed evoluta protenderà per la forma positiva ed equilibrata della gestione delle risorse energetiche con ritmo e sensibilità.
Vorrei anche ricordare che tra le risorse energetiche a disposizione dell'uomo, quelle di chi guarda il mondo con gli occhi di un bambino sono le migliori, perché sono quelle dello sviluppo e della crescita.
Il male di cui soffre il mondo è forse un antipietismo poco compassionevole e di un pietismo negativo o di un eccessivo e atonico buonismo, tutti aspetti che possono, per così dire, mandare in bestia l'anima poichè sono in realtà manifestazioni dell'ego.
La consapevolezza sembra essere alla base delle scelte di gestione delle energie esistenziali animicamente mature. Pertanto una consapevolezza unita ad una grande sensibilità possono essere degli ottimi presupposti per incanalare le migliori risorse e guarire dall'eccesso di zelo che l'ego tende troppo spesso a manifestare. Ogni squilibrio è opera sua e senza una buona auto osservazione continuerà a trascinarci fuori dai binari giusti. Una cosa è certa, senza sensibilità non arriveremo mai da nessuna parte.

G. Sortino


Nessun commento:

Posta un commento