domenica 19 gennaio 2014

L'IMMENSITA' DELL'ANIMA




L'uomo vive all'interno di un mondo astrale e materiale, ma questa descrizione è palesemente locata "oltre" l'anima stessa. Per non andare incontro ad un paralizzante paradosso ed evitare confusione, cerchiamo di capire come questo funzioni in maniera semplice, graduale e logica.
L'anima, dal punto di vista astrale e fisico, è invisibile e immensa ma anche piccola come la testa di una spilla o leggera come una piuma. Immensa perchè rappresenta e muove tutte le combinazioni astrali e materiali e quindi tutti gli elementi, sia fisici che energetici, legati alla dimensione spazio temporale.

In astrologia vediamo che l'anima nel preciso momento in cui viene alla luce e quindi, dopo essere stata concepita all'interno del corpo della madre e si è trasformata, entro un periodo di nove mesi, in un bimbo pronto a nascere, andrà incontro alle influenze astrali. Questo neonato sarà influenzato dagli astri soltanto a partire dal momento in cui verrà alla luce, nel momento del parto. Come se il grembo materno dividesse il bambino dall'universo astrale fino alla sua nascita e lo racchiudesse in una sorta di limbo protettivo che è rappresentato appunto, dal grembo materno.
Quindi la scintilla o anima che viene richiamata dalla progressiva costruzione del corpo fisico e poi riversata nel mondo astrale attraverso la nascita è in realtà, l'autrice, non solo del concepimento, ma anche di tutte quelle combinazioni esistenziali che spingeranno i suoi genitori a compiere l'atto del concepimento proprio in virtù delle specifiche necessità che l'anima stessa avrà, in qualche modo, pre-costruito. 

Dal punto di vista dell'anima tutto è gestibile dall'etere, così come il tempo e lo spazio in maniera complessa e precisa ma anche paradossale se la vediamo da qui.
Quando l'anima entra a far parte dell'organismo, subito dopo la sua nascita, viene proiettata nella realtà fisico astrale e quindi divisa all'interno di un dominio che riflette le logiche di questa dimensione, ma lo fa ancora prima di venire alla luce, seppur non sia influenzata dagli astri, ella andrà subito incontro agli elementi: Terra, Acqua, Aria e Fuoco, senza i quali non potrebbe emanarsi in un corpo, e questo avviene già prima del suo concepimento. 

L'elemento "Terra" è rappresentato da: Ossa, carne, nervi e tutto quello che è solido e "statico" o materiale. Poi dall'Acqua che è nota come l'elemento femminile per eccellenza, e che si trova in maggiore quantità nel corpo, e ancora di più nel cervello (85%). Un elemento senza il quale non avremmo nessuna forma di esistenza né di dinamica e quindi temporale, in questa dimensione. Dall'Aria che è l'elemento senza il quale la vita non potrebbe durare più di qualche secondo e che alimenta il Fuoco, che rappresenta il calore ma anche la trasformazione e quindi l'accensione, la combustione delle calorie, senza le quali il corpo non potrebbe sviluppare nessuna energia fisica né calore.
L'insieme di questi quattro elementi è quindi rappresentato dal corpo fisico nel suo insieme.

Successivamente alla nascita, le specifiche posizioni astrali verranno impresse come un marchio a fuoco, sulla pelle del nascituro e condizioneranno in maniera potentissima le sue specifiche caratteristiche all'interno del mondo. Ma va considerato che tutti gli elementi, sia fisici che astrali, sono creati dall'anima stessa in una sorta di trasmutazione, di sogno, di parodia della divisione, in cui ella riesce a trovare un principio dinamico che le consente di muoversi all'interno della realtà e di comprendere se stessa nelle sue mille sfaccettature, proprio grazie a questa scissione a cui va incontro. Un prezzo che occorre "pagare" per avere la possibilità di uscire dall'immobilità senza tempo della coscienza e proiettarsi in uno scenario spazio temporale.
Quindi è chiaro che l'anima non ha nessuna delle caratteristiche post-concepimento, che acquisterà soltanto dopo essere scesa dall'etere al mondo fisico. Pertanto identificarsi nelle proprie caratteristiche fisico astrali o nell'istinto di sopravvivenza, sarebbe come credere di essere, ciò che è esterno a noi e non ciò che siamo dentro, in profondità.
Quando si parla di coscienza cristica, è probabile che ci si riferisca simbolicamente all'interezza animica che in questa dimensione apparirebbe come una potenza estrema e del tutto connessa col Tutto o "Dio", di cui le anime sono parte. 


L'anima è come un'immensa entità che sfrutta queste divisioni per scrutare se stessa sedimentandosi in tutte le combinazioni possibili, e in tutte le esperienze possibili, al fine di comprendere cos'è l'esistenza e raffinare tutti quegli aspetti che la rendono schiava di tali elementi o che non le consentono di staccarsene fino a quando non avrà risolto tutti quei fattori legati agli atomi che sono soltanto la proiezione dell'energia vibrazionale animica su questo piano, e che non le consentono di vedersi nella sua interezza che identificheremo nell'Amore. Ma ovviamente non mi riferisco all'amore materno o affettivo ma bensì nella "presenza" animica all'interno di questa divisione, ad un amore totale e incondizionato da questi fattori.
Non immaginereste mai quante combinazioni astrali esistano, anche se queste combinazioni, nel caso in cui si ripetessero, il corpo sarebbe comunque differenziato da fattori morfo genetici e da circostanze legate alla famiglia, alla razza, alla zona in cui nasce, ecc.
La domanda è: Come fare a percepire la propria totalità in un mondo in cui la divisione è la parola d'ordine, la regola?
Appare chiaro dunque che la realtà inganna l'uomo ponendolo al di là dell'anima, dissociandolo da essa, in un contesto ingannevole, limitante e divisorio, in cui esso si identifica e in cui può creare conflitti che alla fine dei conti sono parte stessa di quella "unità" essendo il corpo un'unità frammentata, così come è frammentata la luce filtrata da un prisma.
L'anima, in buona sostanza, a causa dell'incanrazione, si divide in quattro elementi e successivamente in tutte quelle combinazioni astrali che contraddistinguono quello specifico destino all'interno dello scenario fisico astrale in cui l'anima è proiettata. Come se incarnandosi cedesse il suo potere in cambio di un potere molto più blando, seppur utile al contesto nel suo insieme. Quei limiti, paradossalmente, serviranno a comprendere proprio l'illimitatezza animica.

 
Ma i problemi esistenziali non sono dovuti all'anima in sè ma dalla gestione degli elementi che non le consentono di vedersi nella sua integrità, ma che le permettono allo stesso tempo di "inquadrarsi". Metaforicamente, come in una battaglia in cui un uomo combatte con le sue mille immagini riflesse all'interno di una stanza piena di specchi rotti o che può essere raffigurata in una "quadratura del cerchio" nel connubio tra spirito e materia.
Una coscienza superiore o cristica può essere rappresentata dalla riacquisizione dell'intelligenza animico spirituale e di tutti quei fattori che rendono l'uomo parte di un tutto, ma che lo rendono anche, quel Tutto. Come se la coscienza potesse vedere oltre al suo corpo, anche la sua integrità che è posta al di là di questa dimensione ma che è comunque presente, seppur in forma "invisibile" e frammentata.
L'elevazione spirituale consiste proprio nel riappropriamento di questa unità della coscienza e quindi della conquista di tutto il suo ancestrale e immenso potere.

Gabriele Sortino

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