lunedì 20 gennaio 2014

L'INGANNO DELLA DUALITA'




Più cerco di andare a fondo, anche e soprattutto attraverso intuizioni "semi-oniriche". Nel particolare caso in cui mi trovo tra il sogno e il risveglio, ho una visione completa delle cose: una visione che si indebolisce via via che il mio cervello si sveglia... o dovrei dire, che torna a dormire. Quando ho queste percezioni in cui tutto sembra collidere in un unico "spazio", mi arrivano delle risposte, delle intuizioni. Riesco a vedere il tutto e cerco di comprenderne i meccanismi ma più cerco di farlo da sveglio, più questo meccanismo si sedimenta e torna a dividersi e a rientrare nei parametri della logica e del ragionamento edificato sulla realtà; il paradosso diventa inevitabile. 

Quando ho avuto quella rivelazione in cui svegliandomi con una frase in testa, ben definita: "La memoria crea la dinamica", di cui parlo nel mio libro e nel blog; una frase a cui sono riuscito a dare una spiegazione solo dopo un mese di analisi ed elaborazioni, giungendo alla conclusione che il tempo è edificato dalla memoria, e quindi dalla strutturazione dell'acqua e non dalla realtà esterna, essendo quest'ultima soltanto un'immagine nella mia testa.
Dopo attente analisi sono riuscito a intravedere un disegno un po' più complesso in cui la mia coscienza si è posta al di là delle logiche della realtà, in una "zona" che definirei superiore a questo contesto e mi sono soffermato sulla sensazione che ho avuto rispetto alla vita e al mondo reale, proprio nelle mie fasi di "risveglio" in cui ho potuto ridisegnare e ricalcare ancora meglio una visione paradossale ma molto più chiara rispetto alla realtà, in grado tuttavia, di fornirmi una visione altrimenti difficile.


L'uomo continua ad indentificarsi nella sua figura reale, che lo vede diviso tra maschi e femmine, e a proseguire nella sua visione del sé, in molte altre divisioni che continuano a frammentare la sua forma e quindi il suo "io"; raffreddando letteralmente la visione estemporanea di un mondo altrimenti immenso, infinito, più libero da strutture solide in cui la coscienza perde buona parte delle sue capacità percettive rispetto al proprio sé; come in un "Big Bang" in cui essa esplode in infiniti pezzi, tenuti comunque insieme da un'oscura energia.

Ognuno di noi nel profondo, non è maschio né femmina, non è buono né cattivo, non è diviso in alcun modo, ma nella proiezione dell'anima, nella sua emanazione all'interno della realtà, la coscienza dell'individuo smette di percepirsi nella sua totalità e si adegua alle "costrizioni" dimensionali del mondo reale che sono direttamente riconducibili alle specifiche funzionalità atomiche del Carbonio 12.
Egli crede alla realtà al punto di pensare che, chi prova a vedere oltre ciò, sia solo un illuso, che sogni ad occhi aperti, che dorma, che stia seguendo un terreno inesistente ed illusorio, crederà a ciò tanto quanto è vero il suo contrario.
Una persona illuminata esce da questo "sonno" e inizia a ricongiungersi con un'immagine di sé molto più "acida" più dissolta all'interno degli elementi, e questo dissolvimento in qualche modo va a toccare la realtà rendendo l'elemento Carbonio più versatile, addirittura lo rende pronto a trasmutare il suo dominio, se occorresse, come nel caso del Carbonio 7.
Non esistono polarità nel mondo, esistono soltanto in noi stessi e soltanto perché noi vogliamo che esistano; esisteranno finché ne sentiremo il bisogno, proprio in virtù del fatto che gli elementi obbediscono immediatamente alla volontà della coscienza.
Non esiste nessuna divisione reale a livello animico, ma solo a livello atomico, ma se imparassimo ad identificarci nella nostra anima, non faremmo altro che riappropriarci del nostro vero sé, in virtù del fatto che questo Sé superiore è l'autore ancestrale del corpo fisico, che lo emana, lo partorisce e quindi ricopre un ruolo molto più importante ed anche immortale rispetto all'uomo nella sua dimensione "esterna". 

L'anima non vive nel continuum spazio tempo, ma nell'etere e anche nell'incarnazione, che è un fatto puramente energetico, un fatto vissuto dalla coscienza, in cui la realtà è soltanto il modo in cui la materia si aggrega a se stessa, guidata dalla proporzione aurea che rispecchia i vincoli matematici della tridimensionalità e di tutti i suoi domini dimensionali, i quali sono rappresentati dai solidi platonici; fino a giungere al fullerene e ad ogni struttura che rientri in questo ambito, in questo paradigma.
Ma la coscienza è posta altrove. Dovremmo immaginarci come potenti esseri in grado di crearsi un corpo, uno spazio e un tempo e come angeli misteriosi potremmo varcare le strade di questo mondo con estrema saggezza e con un occhio rivolto all'infinito, proprio dove nascono le intuizioni... il "Logos", che qui è posto nel presente, nell'inesistente spazio tra il passato e il futuro, ma che malgrado la sua "non dimensione", il suo "non spazio" e il suo "non tempo", riesce a contenere tutta la coscienza e tutto il creato in ogni sua forma o paradigma.
La forza che la realtà, che l'elemento Carbonio 12, adopera in opposizione all'influenza della coscienza è notevole e ci spinge a raffreddare le nostre percezioni attraverso le dipendenze, al punto di consentirci la sola visione degli oggetti che abbiamo di fronte e dell'attribuzione al caso come causa degli eventi. In pratica, più lasciamo che l'elemento cabonio 12, gestito dalla nostra scintilla, determini chi siamo e dove ci troviamo, più questo elemento si solidificherà e si sovrapporrà a tutto il resto, accecando letteralmente l'individuo e fornendogli la sola visione di un mondo gelido, in preda al caos e alla "morte" imminente.

Quando sottraiamo la fiducia alla realtà e la riconsegniamo all'Hermes, allo Spirito della trasformazione, quello spirito guida che lascia le catene del mondo reale e si avventura nel "non spazio" e nel "non tempo", come se divenisse padrone degli elementi e riuscisse a fluttuare come un "volatile" tra le linee spazio temporali e nutrirsi di un'energia fortemente alchemica, che attinge direttamente dal Logos, ove egli risiede.
La versatilità che una mente dovrebbe avere è di tipo superiore. Per innescare questi meccanismi, l'anima dovrà attraversare molti "luoghi", molte "regioni", in cui sperimenterà la differenza tra l'istinto di sopravvivenza e la sua Super Coscienza e cercherà di trovare un equilibrio che gli consentirà di avere un'esperienza esistenziale. Ma in questo caso ho voluto sottolineare che questa esperienza è anche relativa alla "zona" in cui la coscienza osserva se stessa. L'utilizzo migliorato degli elementi da parte della coscienza è il vero potenziamento alchemico.
Questo lavoro potrebbe consentire all'anima una riconnessione con una "Fonte", una risorsa di tipo superiore e quindi nella costruzione del "corpo di luce", in termini alchemici si tratterebbe di consentire all'anima di trasmutare rispetto agli elementi a cui dovremo porre sempre minor fiducia, riconvogliando sempre di più il potere e questa fiducia verso la coscienza, unica vera autrice della realtà spazio temporale, e quindi l'unica a poter transitare l'anima verso un "Regno" o "dominio" superiore in cui il corpus assume un aspetto diverso, più in linea con la volontà e le reali capacità che l'anima avrà maturato rispetto al Tutto e rispetto a ciò che il Tutto ci può offrire.

Gabriele Sortino

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