Nella vita 
più dell'essere stupidi o intelligenti conta l'essere sensibili o meno 
sensibili. E' questo il vero intelletto, l'essere consapevoli di ciò 
che il mondo sta vivendo, ma senza discostarsi dai vissuti a cui esso sta andando incontro, migliorando così la "relazione" tra noi e l'universo. 
Se è vero che per esistere occorre amarsi, che amare vuol dire essere 
presenti a se stessi e di conseguenza anche agli altri esseri viventi, 
allora l'intelligenza non potrà mai sostituire la vera saggezza che è 
riposta nel cuore, da quell'esperienza "centrale" che ha vissuto e 
memorizzato a livello energetico, ancor prima che strutturale, proprio 
grazie all'impatto dell'anima rispetto alla materia; una lotta antica 
che riporta il potere alla coscienza, non più succube dell'istinto di 
sopravvivenza, della potentissima energia "sessuale" prepotente, 
seduttiva e aggressiva che spinge l'uomo verso il classico modello, 
definiamolo "animale".

 
































